Pedagogia Roma Tre

Quaderni di Pedagogia Digitale è un progetto del Laboratorio di Pedagogia Generale del Dipartimento di Scienze della Formazione, Università degli Studi Roma Tre

Fondo Pizzigoni

Gli studi e le ricerche pubblicate sui nostri Quaderni di Pedagogia Digitale si basano e ispirano al Metodo pedagogico creato da Giuseppina Pizzigoni per la scuola dell’infanzia

Quaderni di Pedagogia Digitale

Una presentazione del nostro progetto di divulgazione scientifica ed editoria digitale, dedicato alla scuola dell’infanzia e sviluppato su piattaforme digitali e di social media

FISR 2020 // S.M.A.R.T.

Secondo progetto di Quaderni di Pedagogia Digitale, 5 pubblicazioni interattive che scaturiscono da un convegno internazionale e progetto europeo, e attività di outdoor education

Digito Dunque Sono

Il primo progetto di Quaderni di Pedagogia Digitale, 15 pubblicazioni interattive con ricerche ed esperienze sui temi di scuola e formazione post-lockdown nell’era covid19

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FISR 2020 / S.M.A.R.T. / 05

FISR05 / MARZO 2022

Forum Outdoor Education: insegnanti, dirigenti, esperti, genitori, nonne, sperimentatori della pedagogia della natura

QUADERNI FISR 2020 / S.M.A.R.T. // Seconda serie di Quaderni di Pedagogia Digitale, e nuovo progetto di Outdoor Education

Le testimonianze dal vivo di chi sta sperimentando l’Outdoor Education sostengono all’unanimità la proposta formativa dell’educazione all’aperto, divenuta imprescindibile sia in epoca di pandemia che di post-lockdown.


L’universalità del metodo sperimentale, fondato sull’esperienza personale, restituisce alla scuola e alla famiglia l’impulso al cambiamento.

SANDRA CHISTOLINI

Dal Mondo al Fondo Pizzigoni e ritorno

Dal Mondo al Fondo Pizzigoni e ritorno

Sandra Chistolini

Il quinto ed ultimo dei Quaderni di Pedagogia Digitale della serie FISR 2020 // S.M.A.R.T. è costituito dallo spazio dedicato ai protagonisti adulti che hanno seguito il Corso di Perfezionamento sull’Outdoor Education, sperimentando la formazione in Outdoor Education nell’università, nella scuola, nella famiglia, nelle associazioni.

Il rapporto con la natura come ambiente e come interiorità è considerato nel Corso una prevenzione primaria e secondaria in grado di agevolare l’acquisizione di competenze multiple. Per questo pensiamo e viviamo l’educazione in, con, per la Natura, in ambienti naturali e quindi in situazioni di learning possibili fuori, in parchi urbani, nei prati, nelle fattorie, nel gioco programmato per adulti e bambini.

Per il bambino metropolitano, il giardino, il cortile della scuola possono essere spazio di lezione, di educazione dal vivo. Di questa realtà i genitori sono divenuti progressivamente coscienti, osservando come i bambini dal nido alla scuola primaria, passando per la scuola dell’infanzia, siano stati profondamente catturati dallo stare all’aria aperta.

L’entusiasmo richiamato costantemente ha donato nuovo vigore all’insegnamento. La conquista del principio educativo di carattere spontaneo dell’apprendimento nell’altrove sempre possibile ha richiesto passaggi mentali nuovi intonati alla vicenda antropologica compresa nella sperimentazione dello spazio.

Stare all’aperto fa crescere sani e robusti, educa alla convivenza civile, accresce l’attenzione, sviluppa l’ingegno, acuisce la curiosità, incoraggia la ricerca, appassiona nello studio. Non c’è stanchezza a star fuori e a misurare gli alberi, nulla è scontato per i bambini che scoprono i funghi ed ammirano i fiori. I bambini di tre anni afferrano il concetto di bellezza e quelli di 13 anni si industriano sul quesito intessuto intorno all’età e alla maestosità degli alberi. Sensazioni e problemi, giochi ed esperienze che nella metodologia sperimentale acquistano un significato proprio ed identitario. La visita al Fondo Pizzigoni permette sempre di cucire i tasselli del puzzle dell’esperienza entro un quadro pedagogico unitario.

Nelle scuole attraversate dal COVID-19 il messaggio pedagogico per eccellenza è quello del movimento, della corsa, dello sporcarsi, del bagnarsi, dell’aver il coraggio di affrontare lo spazio circostante inventando giochi e mestieri. La scuola che lavora in condizioni di scaffolding e di zona di sviluppo prossimale (Vygotskij, Piaget, Montessori, Bruner), permette al bambino di sperimentarsi costantemente in una tensione di crescita interiore portatrice di benessere integrale.

Quaderni di Pedagogia Digitale // Fondo Pizzigoni // Quaderni FISR 2000 / S.M.A.R.T. // FISR05 Forum Testimonianze Outdoor Education

Costruire la comunità educante nella metropoli del Green

Una comunità educante responsabile è composta da cittadini di ogni tipo, genitori, nonni, amici, oltre che da dirigenti, insegnanti ed educatori. Tutti contribuiscono a innestare processi di building, intesi come formazione e autoformazione volti all’acquisizione di competenze relazionali ecosistemiche ed ecologiche (Bateson, Corradini, Santerini).

La scuola è uno spazio relazionale nel quale l’azione educativa garantisce per tutti l’inclusione sociale, la promozione della cittadinanza attiva e l’educazione civica in modo da favorire l’apprendimento attivo e partecipato per la riqualificazione culturale e di cura del territorio. Pensiamo ad una scuola aperta all’ambiente urbano e naturale, laboratorio permanente di sperimentazione per una formazione si-cura; vale a dire certamente protettiva e di tutela dell’infanzia e dell’adolescenza, di luoghi e di persone.

Il patto educativo con la comunità territoriale progetta attività significative in prospettiva intergenerazionale per avviare un intervento multidimensionale. Questa proposta pedagogica vede la cooperazione tra Università, Terzo Settore, Enti Locali e scuole e intende contribuire alla diffusione della prospettiva culturale che valorizza l’Educazione in Natura dando responsabilità alla formazione della Persona, cittadino che vuole il benessere di sé e degli altri, in coerenza con il IV obiettivo dell’Agenda ONU 2030.

CHIARA QUAGLIANI

Insegnanti e Genitori Asilo Nido e Scuola dell’Infanzia

Asilo Nido di Latina: feedback sperimentazione in Outdoor Education del 27 ottobre 2021 al CREA di Roma

Chiara Quagliani (feedback della titolare e del personale educativo dell’Asilo Nido di Latina coinvolto nella sperimentazione in Outdoor Education).

L’Outdoor Education da riportare nella nostra scuola

L’opportunità che ci è stata offerta dal Miur e dall’Università Roma Tre di poter partecipare, come classe pilota, alla giornata presso il CREA è stata un grande regalo che ci ha permesso di sperimentare, in un ambiente naturale, un nuovo modo di fare Scuola.

In particolare, la possibilità di vedere dei bambini di 2 o 3 anni liberi di muoversi, sperimentare in sicurezza ed inventare giochi e situazioni di socializzazione spontanea, ha rappresentato, per me, direttrice, e per le educatrici presenti, uno spunto di riflessione per poter sfruttare il nostro grande giardino come aula verde.

È stato molto interessante anche vedere come i genitori si siano immediatamente fatti coinvolgere ed abbiano partecipato, affidandoci in serenità i piccoli, anche in un contesto che inizialmente poteva spaventare per l’ampio spazio a disposizione. Bellissima ed interessantissima esperienza.

La responsabile dell’Asilo Nido

Accanto ai genitori

Durante la mattinata, ho seguito il gruppo dei genitori. È stato bello vedere come anche gli adulti possono superare le loro resistenze e apprezzare il fatto che avere un contatto diretto con la natura possa essere arricchente, educativo e anche un po’ liberatorio.

Il Counselor della scuola

Coscienza dei limiti e superamento delle difficoltà

L’esperienza Outdoor è stata davvero positiva. Nonostante i bambini non conoscessero il posto abbiamo constatato il loro approccio positivo con l’ambiente sentendosi sicuri di esplorarlo e iniziare da soli dei giochi.

Credo che quest’esperienza abbia dato l’opportunità ai bambini di sviluppare l’immaginazione, la fiducia in sé stessi, e mettere alla prova i propri limiti nel mondo naturale. Ho notato che i bambini erano molto più indipendenti, erano riusciti a sviluppare la capacità di risoluzione dei problemi senza l’intervento dell’adulto.

Vedere i bambini giocare con l’immaginazione e creare la musica con elementi naturali (canne di bambù e tronchi) è stato il momento più bello.

Prima educatrice

All’aperto i bambini inventano i loro giochi

L’esperienza al CREA è stata a mio avviso davvero sorprendente. Io sono subito rimasta colpita da tutto quel verde e da come ogni spazio fosse definito nel minimo dettaglio, solo alla vista ero già entusiasta e durante le ore trascorse lì ho sentito un’energia positiva che mi ha fatto dimenticare la stanchezza e i problemi.

È stato sorprendente vedere come i bambini curiosassero, esplorassero e giocassero con il materiale naturale a loro disposizione.

Questo accadeva nonostante nella quotidianità fossero abituati a giocare con altri tipi di materiale. Hanno trovato materiali naturali e hanno saputo inventarsi giochi ed esperienze.

Sono molto soddisfatta di questa esperienza e mi farebbe sicuramente piacere ritornare.

Seconda educatrice

CREA 27 ottobre 2021: la partecipazione dei genitori e il coinvolgimento delle insegnanti

Chiara Quagliani

La partecipazione dei genitori

I genitori sono stati partecipi. Hanno seguito i bambini in tutte le esperienze per l’intera mattinata. È emerso come inizialmente alcuni bambini facessero fatica a distaccarsi dal proprio genitore e a vivere a pieno l’esperienza. Ci sono stati alcuni pianti e qualche bambino, timoroso di andare da solo, è rimasto sempre vicino alla mamma. Un bambino mentre era nel tunnel di bambù insieme ai suoi amici cercava la mamma. Ripeteva “Dov’è la mia mamma?”.

A fine mattinata tutti i bambini erano più sereni e il timore e l’agitazione del distacco erano completamente scomparsi. Si può notare come i genitori fossero sempre troppo presenti con il loro supporto nelle esperienze in natura dei bambini, privandoli, talvolta, dell’immersione autonoma.

Ad esempio, se il bambino chiedeva un aiuto per salire su un tronco, il genitore era pronto a darglielo nell’immediato senza lasciarlo libero di “fare da solo” e di sviluppare la sua capacità di risolvere il problema.

Il coinvolgimento delle insegnanti

Le insegnanti sono state presenti ma spesso sono intervenute sui bambini per contenere e frenare la loro esperienza in natura. La loro ansia e la loro agitazione nascevano dal fatto di non avere il “controllo” di tutti i bambini.

Le loro modalità di intervento sono state, in qualche caso, con eccessive negazioni: “Non fare”, “Non andare”, “Non toccare”, “Non ti inoltrare troppo che ti fai male”, “Fermo! Non correre lontano”. Espressioni verbali che hanno limitato la scoperta libera del bambino anche quando il pericolo non c’era.

Un’insegnante che nel momento dell’esplorazione libera cercava di vedere dove si trovavano tutti i bambini e da lontano li chiamava e diceva loro di fermarsi e di non andare oltre ha espresso il suo stato emotivo dicendo: “Sono agitata. Ho timore che corrano lontano e si facciano male.

Quaderni di Pedagogia Digitale // Fondo Pizzigoni // Quaderni FISR 2000 / S.M.A.R.T. // FISR05 Forum Testimonianze Outdoor Education

Le testimonianze dei genitori dei bambini dell’Asilo Nido

Raccolte da Chiara Quagliani

Immersione nella natura

È stata veramente un’esperienza interessante. I bambini si sono divertiti tantissimo: è bello vederli immergersi nella natura. A volte siamo noi che ci facciamo troppi problemi perché loro tranquillamente riescono a gestire tutte le situazioni anche quelle più esasperate.

È stata una bellissima e valida esperienza. Penso che debba essere introdotta regolarmente come attività nelle scuole perché nel tipo di vita che facciamo non abbiamo quotidianamente l’opportunità di portare i bambini all’aperto e di fare queste esperienze.

Prima mamma

Bambini liberi di sporcarsi

È stata una mattina bellissima anche per noi adulti, le spiegazioni sono state molto interessanti: abbiamo visto l’albero del sughero e poi quello del corbezzolo.

Penso che per i bambini la cosa più bella è proprio stare all’aria aperta. Che cosa c’è di meglio della natura, del sole e del lasciarli un po’ liberi di sporcarsi, di tuffarsi per terra?

La nonna

Luoghi da scoprire

Un’esperienza splendida. Un posto meraviglioso quasi da non credere che sia a Roma. È stato interessante tutto il percorso anche a livello didattico. Abbiamo imparato tante cose sulla storia degli alberi.

Credo che i bambini siano stati benissimo. Si sono divertiti e non hanno pensato a noi genitori. Penso che siamo più noi a porre i problemi che non i bambini.

Spero di ripetere molte e molte più volte queste esperienze perché sono ottime sia a livello didattico sia di crescita per i bambini e per gli adulti.

Seconda mamma

Assolutamente una bellissima esperienza!

Noi cerchiamo il più possibile di portare i nostri figli fuori all’aperto abitando vicino al Parco nazionale del Circeo ma in una situazione del genere con altri bambini – compagni di scuola che conoscono – la modalità di interazione è differente rispetto a quando sono con noi genitori/adulti.

Assolutamente da ripetere! Siamo veramente contenti. E anche nostra figlia è davvero felice: come vedete, non si ferma un attimo.

Primo papà

Il contatto con il bosco

Bellissima esperienza! Queste opportunità vanno ampliate soprattutto per i genitori anzi solo per i genitori: far vivere loro il contatto con il bosco è una “favola”. È ottimo far creare loro un proprio vissuto in natura che poi possano raccontare al proprio bambino.

Credo che queste realtà possano essere il punto di partenza di tante altre scelte che aiutano a vivere meglio e più sani.

Secondo papà

// VIDEO: OUTDOOR EDUCATION NIDO E SCUOLA INFANZIA

La testimonianza delle maestre dell’Asilo Nido e di due mamme della Scuola dell’Infanzia durante la sperimentazione di Outdoor Education.

AA.VV.

Insegnanti e Genitori Scuola Primaria

Le mamme dei bambini della Scuola dell’Infanzia di Roma

Commenti delle mamme

Educare i bambini alla cura e al rispetto dell’ambiente

Sono stata molto felice di apprendere di questo progetto di scuola all’aperto e mi auguro davvero che possa prendere vita e diventare qualcosa di ordinario nelle nostre scuole e non essere più un evento sporadico.

Ho avuto la fortuna da bambina di poter vivere questa libertà, di poter stare a contatto con la natura e con gli animali, di arrampicarmi sugli alberi, di sporcarmi le mani con la terra. Ricordo il senso di scoperta e di avventura che si provava, era qualcosa di impagabile. Ed ora stare qui e vedere tutti quei bimbi liberi di muoversi e di esplorare, mi ha ricordato la mia esperienza e quel senso di benessere che si prova quando si sta in mezzo alla natura.

Mia figlia è stata senz’altro felice di questa esperienza, in particolare, di “scalare la montagna” e di arrampicarsi da sola sul “grande tronco”. Ho potuto notare la sua gioia. La sua vivacità sembrava non avere fine. Sono sicuramente esperienze che aiutano a sviluppare l’autonomia e la sicurezza di sé, e soprattutto permettono di educare i bambini alla cura e al rispetto dell’ambiente.

Vedere lo stupore dei bambini è stato meraviglioso ma allo stesso tempo tutto questo fa pensare. Mi rendo conto di quanto questa realtà sia lontana dai bambini mentre dovrebbe far parte della loro e della nostra quotidianità.

Mamma di una bambina della Scuola dell’Infanzia di Roma

Mamma quanto sono piccola vicino a questi alberi così grandi

Erano forse anni che non sentivo quell’odore di erba bagnata sotto i piedi, l’odore della corteccia degli alberi e dei rami arsi dal fuoco. Sono tornata a qualche anno fa, a quando facevo parte di un gruppo scout e i boschi erano la mia seconda casa. Ho goduto di quel silenzio fresco, infranto solo dalle risate di mia figlia e dalla sua meravigliamamma quanto sono piccola vicino a questi alberi così grandi”.

Mamma di una bambina della Scuola dell’Infanzia di Roma

Muoversi liberamente

È stata sicuramente una giornata ricca di emozioni sia per i bambini che per i genitori. È stato bellissimo vedere lo stupore dei bambini nello scoprire gli spazi aperti e potersi muovere liberamente. Si sono potuti esprimere senza avere alcun tipo di costrizione. Niente che li limitasse come può essere il limite dello spazio di una classe. Ho notato una grande resistenza alle passeggiate, i bambini sembravano super carichi.

Anche per me è stata una giornata molto bella. Ho potuto osservare mia figlia con gli altri bambini. Era veramente felice e questa per un genitore è una cosa che non ha prezzo. Inoltre, io stessa ho avuto modo di spezzare la frenetica routine e rigenerarmi in mezzo alla natura.

Ritengo sia stata una bellissima esperienza per i bambini e sarebbe bello se entrasse a far parte dell’attività didattica non solo per le scuole materne, ma anche per le elementari.

Mamma di una bambina della Scuola dell’Infanzia di Roma

Una buona iniziativa in questo periodo così duro per i bambini

Mio figlio ha partecipato al progetto di Outdoor Education con grande felicità e l’emozione che ha provato prima di entrare a scuola era veramente tanta. Quando è tornato a casa ha raccontato orgoglioso a tutti la sua esperienza ed era profondamente soddisfatto. Il progetto è stato una buona iniziativa soprattutto in questo periodo così duro per i bambini.

Mamma di un bambino della Scuola Primaria di Latina

Insegnanti Scuola Primaria: il commento del docente

Outdoor Education e rinnovamento pedagogico

L’esperienza all’aperto prevista dall’Outdoor Education presso il CREA di Roma è stata arricchente sotto molti punti di vista. Avevo già sentito parlare di questo orientamento pedagogico ma non mi era mai capitato di partecipare ad una sperimentazione come docente. Durante il viaggio ho raccolto le aspettative dei bambini che, nella maggior parte dei casi, immaginavano di trovare “un bosco in cui poter giocare liberi”.

Appena arrivati al CREA abbiamo raggiunto a piedi una zona ampia con una folta vegetazione di fronte alla quale la prima reazione dei bambini è stata quella di “rompere” la fila e di correre tra gli alberi. La natura ha soddisfatto il bisogno di movimento ed acceso immediatamente la curiosità e la voglia di esplorare. La ricerca degli odori e dei suoni del bosco ha stimolato i sensi e la capacità di osservazione.

Dal punto di vista relazionale c’è stata una partecipazione collettiva alle attività proposte e anche i bambini con maggiori difficoltà si sono lasciati coinvolgere dall’entusiasmo generale ed hanno offerto il loro contributo all’interno dei gruppi. Le scoperte che gli alunni hanno compiuto attraverso l’esperienza diretta sono state condivise in un clima positivo e sereno a beneficio del processo di apprendimento di tutti.

Gli insegnanti non si sono limitati a controllare i bambini durante lo svolgimento delle attività all’aperto ma hanno vissuto delle vere esperienze in natura insieme a loro. Le attività si sono concluse con la consumazione del pranzo al sacco e con balli e canti intorno al fuoco in un clima di convivialità.

Ritengo che esperienze come questa rappresentino per gli insegnanti una reale possibilità per arricchire le programmazioni didattiche e, per i bambini, delle occasioni autentiche per vivere l’apprendimento in modo attivo in un contesto di relazioni con gli altri e con l’ambiente.

Feedback sulla sperimentazione dell’1 dicembre 2021: Scuola Primaria, classe seconda. Genitori, insegnanti e bambini

Trascrizioni raccolte da Silvia Desiato

FEEDBACK DEI GENITORI DELLA CLASSE

Le prime parole di mio figlio al ritorno dalla giornata al Crea sono state: “Quando ci ritorneremo, mamma?”. Il suo “essere cresciuto”, secondo me, è dipeso dal fatto che lui si sia saputo gestire al di fuori dell’ambiente familiare, in un contesto a lui completamente sconosciuto, senza punti di riferimento; ed il fatto di essersi divertito “solamente” stando a contatto con la natura, per noi è sinonimo di un accrescimento della sua maturità.

Divertirsi e sviluppare interesse per il mondo circostante, stando lontano da monitor e realtà virtuali, è per noi fondamentale per una crescita consapevole basata sulla realtà e non sulla fantasia. Spero davvero che riusciate ad organizzare quanto prima un’altra splendida giornata all’aria aperta!

Prima mamma

Mia figlia subito dopo l’uscita, appena salita in macchina si è lanciata in un racconto sì delle attività che le sono piaciute (le ha scritte anche nel suo taccuino), ma soprattutto dei bambini con cui è stata e con cui ha giocato, sia della sua classe che dell’altra. Le attività svolte erano quasi in secondo piano rispetto all’entusiasmo per la presenza di altri bambini ed alla condivisione di queste attività.

Col passare del tempo e raccontando la giornata al padre, ai nonni e scrivendo il breve testo si è concentrata più sul “cosa abbiamo fatto“, anche perché la domanda ricorrente era “Che avete fatto al Crea? Cosa ti è piaciuto?“. In qualche modo forse facendo domande è stato condizionato il racconto che invece all’inizio era stato spontaneo e libero e si era decisamente concentrato più sulla “compagnia”, che poi è ciò che le è mancato di più negli ultimi tempi di forti restrizioni, invece che sulle attività all’aperto che le sono comunque piaciute tantissimo.

Se penso a cosa sia cambiato dopo l’esperienza nel bosco e se la vedo cambiata, posso dire che ultimamente a casa racconta più spesso cosa fa con gli amici a scuola. È probabile che vivere insieme questa esperienza abbia fatto da collante tra i bambini e che ora compaiano di più nei suoi racconti. O forse aver raccontato un’esperienza così grande ha aperto la strada anche al condividere con me ciò che fa con gli amici.

Mi rendo conto che il focus del lavoro fosse il contatto con la natura e che praticamente nel mio feedback la natura non compaia. Passiamo molto tempo in campagna e forse per questo, da genitore, sono rimasta più colpita da altri aspetti trasversali e relazionali, piuttosto che da quelli strettamente legati all’esperienza in sé.

Seconda mamma

Mia figlia è stata entusiasta dell’esperienza al Crea; appena rientrata dopo averci raccontato cosa avesse fatto ed illustrato tutte le bacche raccolte, ha disegnato le attività che le sono piaciute di più per diversi giorni dopo l’uscita.

In particolare, ricorda con piacere l’aver mangiato intorno al fuoco ed aver contribuito ad accenderlo con un proprio bastoncino. Inoltre, le è piaciuto sapere che poteva “perdersi nel bosco” senza pericoli. Penso sia cresciuta avendo proprio capito che elementi naturali come il fuoco non siano da temere, ma da trattare con attenzione.

Personalmente penso sia un’esperienza che potrà ripetersi anche il prossimo anno per vedere come i bimbi la vivranno diversamente nel tempo. Grazie per quello che fate!

Terza mamma

Nostro figlio ci ha raccontato di aver raccolto una foglia, qualche fungo e dei mirtilli e di aver sentito il profumo del rosmarino. Gli è piaciuto tantissimo sistemare sulla quercia ‘tutti gli ingredienti’ raccolti in natura, attraversare il tunnel di canne di bambù con gli occhi bendati, sentendo suoni e profumi, e pranzare accanto al fuoco; inoltre ha raccontato anche di un gioco fra i bambini nel quale “ci lanciavamo la nostra mano, gridando i nostri nomi”.

Come genitori, pur non notando cambiamenti particolari nell’atteggiamento di nostro figlio, abbiamo capito che egli è stato entusiasta di questa giornata, perché la racconta con piacere. Pensiamo che il contatto con la natura sia sempre positivo, per i bambini come per gli adulti (ad alcuni cambia addirittura la vita!).

Ci sentiamo molto in linea con l’idea di fondo dell’Outdoor Education: la didattica che avviene fuori dalla scuola, sia che si vada in un giardino, sia che si visiti un Museo, è la nostra idea di didattica: se fossimo insegnanti e dovessimo fare una lezione ad es. sulle parti del fiore, porteremmo i bambini all’aperto, un po’ come un insegnante di scienze che fa esperimenti in classe per cercare di far comprendere la materia ai bambini… niente rimane più impresso di un ricordo ‘reale’: suoni, profumi, ambiente…

Quindi un grandissimo grazie alle maestre, davvero di cuore, per aver dato ai bambini questa bella opportunità!

Primi genitori di un bambino

La cosa che maggiormente l’ha colpita è stato mettersi intorno al fuoco tutti insieme a cantare e a mangiare il pranzo al sacco. L’ha entusiasmata molto anche la passeggiata sotto il tunnel di canne di bambù con gli occhi bendati, avendo sentito così da vicino odori e versi di animali che nella vita di tutti i giorni vengono “tralasciati”. Grazie per la grande passione che mette nel suo lavoro!

Quarta mamma

Non sempre si riesce a sapere da nostra figlia, in maniera descrittiva, cosa abbia vissuto come emozioni e sensazioni. Abbiamo comunque notato in lei una particolare attesa per il giorno dell’uscita, per la sua preparazione a condividere con i suoi amici una nuova esperienza: dall’acquisto dello zainetto e del piccolo ombrello al mantello gommato per la pioggia, tutte nuove cose che fanno parte di una nuova conoscenza.

Al ritorno dall’uscita, ha raccontato che c’erano degli alberi, ha fatto una piccola descrizione del posto ed a modo suo ha espresso che gli piace l’idea delle attività fuori dalla classe con i suoi compagni.

La ringraziamo per la sua richiesta di questo feedback e per l’impegno che mettete nell’organizzare dei momenti di socializzazione per la classe, che per mia figlia sono fondamentali e la possono arricchire tanto.

Secondi genitori di un bambino

Come potrà immaginare, mio figlio a casa non ha manifestato alcunché riguardo alla sperimentazione. Però quello che per me è importante è che lui sia stato bene e di questo ne sono sicuro, in quanto è un bambino abituato a stare in mezzo alla natura. Sono molto favorevole a queste esperienze e spero che si ripetano.

Papà di un bambino

FEEDBACK DEI DOCENTI DI SOSTEGNO

La partecipazione al progetto di sperimentazione legato all’Outdoor Education presso il Centro Crea si è rivelata fortemente costruttiva non solo per i bambini, ma anche per noi adulti.

La giornata di sperimentazione è stata un’esperienza da cui tutti abbiamo potuto trarre numerosi vantaggi, soprattutto in termini di flessibilità e adattamento alle diverse esigenze di ciascun bambino, in quanto è stato possibile consentire ad ognuno, compresi gli alunni con difficoltà, di esprimersi in totale libertà esplorativa, espressiva e manipolativa, in un contesto educativo nuovo, concreto ed estremamente motivante, in cui la collaborazione e la cooperazione, sia tra pari sia tra adulto/bambino, hanno arricchito tutti, permettendoci di vivere esperienze concrete e significative.

Il contatto diretto con la natura è stato reso ancora più efficace grazie alle attività appositamente programmate dalle insegnanti per l’uscita didattica, incentrate prevalentemente sulla valorizzazione e sulla percezione della realtà circostante attraverso l’utilizzo dei sensi (come il viaggio nel tunnel degli odori e dei suoni della natura), tenendo conto degli innumerevoli stimoli che un posto come il CREA può offrire.

Vedere i bambini, ormai al giorno d’oggi invasi dalle varie tecnologie, entusiasti nel rapportarsi con la natura ed impegnati nell’esplorazione attiva, nella scoperta e nel rispetto di questa, ha rafforzato in me, giovane insegnante alle prime armi, la consapevolezza dell’importanza di dare spazio nella pratica didattica ad esperienze di questo tipo, che sappiano aprirsi alla valorizzazione dell’ambiente esterno inteso come luogo dotato di valenza educativa e come luogo in cui si sviluppano/potenziano le competenze senso-motorie ed espressive, ma anche sociali ed affettive (come il momento del pranzo intorno al fuoco), al fine di contribuire in maniera efficace al processo di formazione dei nostri alunni nell’ottica di un apprendimento di tipo globale e permanente (lifelong learning).

Ritengo necessario specificare, infine, in base ai vari feedback ricevuti dai bambini sia il giorno dell’uscita didattica sia i giorni successivi, che questa è stata un’esperienza fortemente utile e valida soprattutto per la crescita e l’apprendimento dei bambini BES, i quali hanno altamente superato le aspettative di noi insegnanti nello svolgimento delle varie attività, stupendoci e regalandoci momenti di grande soddisfazione e gratificazione.

Per questo ringrazio sia le maestre e colleghe, sia la professoressa Chistolini dell’Università degli Studi Roma Tre. È stata un’opportunità davvero preziosa che, come già detto, mi ha permesso di sperimentare in concreto l’esperienza pedagogica dell’Outdoor Education, fino a quel giorno appresa soltanto dai libri universitari.

Prima docente di sostegno della classe

Nel percorso nel bosco del Crea i bambini si sono mossi tra gli alberi, hanno inventato dal nulla, hanno giocato con materiali naturali ed hanno imparato l’uno dall’altro in un ambiente ricco di stimoli, senza tempi e modalità imposti. Hanno sperimentato anche l’avventura della creatività in un ambiente all’aperto, dove la percezione del rischio è diventata educazione alla responsabilità.

Stare all’aria aperta, insieme ai propri coetanei, ha accresciuto le loro capacità sociali (anche dei bambini con difficoltà), poiché, inseriti in un contesto diverso da quello dell’aula scolastica, sono stati spinti a stare in relazione con sé stessi e con gli altri in modo differente.

È emerso in maniera evidente quanto la natura ed il territorio siano la risposta giusta per l’educazione dei bambini e la loro consapevolezza verso temi quali il rispetto dell’ambiente, della percezione del sé nel mondo e della salute di corpo e mente.

È necessario, però, che vivano esperienze all’aperto a contatto diretto con la natura in modo continuativo. A mio avviso bisognerà, quindi, costruire percorsi di educazione attiva a partire da un’immersione nel bosco per arrivare a “contaminare” in modo positivo nidi, scuole dell’infanzia, scuole primarie e secondarie di primo grado.

Seconda docente di sostegno della classe

FEEDBACK DEI BAMBINI

Maestra, grazie per questo regalo! Mi è piaciuto tantissimo entrare nel tunnel sensoriale ed oggi ho imparato che la Natura può essere magia!

È stato elettrizzante, non mi sarei mai immaginata tutto questo. Tutti dovrebbero andarci e non dimenticherò mai questa giornata!

Prima bambina

Oggi siamo andati a visitare il bosco del Crea Woods. Mi sono emozionata tanto quando ci siamo messi intorno al fuoco ed abbiamo cantato la nostra canzone “Here we go…”.

Un’altra cosa che mi ha sorpreso molto è stata quando abbiamo raccolto fiori e frutti e poi siamo passati nel tunnel di bambù. Ho imparato a fare del bene alla Natura!

Quarta bambina

Mi sono divertito tanto e non vedo l’ora di tornarci! Finalmente abbiamo passato una giornata immersi nella natura.

Mi è piaciuto tanto fare la “caccia al tesoro”, perché abbiamo cercato frutti, rami e rosmarino. Chiamandomi come la pianta, mi è piaciuto raccoglierla! Abbiamo “vinto” tutti perché tutti abbiamo trovato qualcosa.

Mi è piaciuto molto mangiare intorno al fuoco e passare sotto al tunnel di canne di bambù. Ho imparato ad essere gentile con la Natura e sicuramente all’aperto ci si diverte di più!

Quarto bambino

Oggi mi sono divertita tanto! Il viaggio era lungo, ma ne valeva la pena, perché poi abbiamo giocato a tanti giochi con la terza B.

Il gioco che mi è piaciuto di più è stato esplorare il bosco con una sacca e raccogliere rametti, bacche, fiori e semini; poi entrare nel tunnel di canne di bambù, mangiare intorno al fuoco ed infine cantare la canzone “Here we go to Crea Woods” tutti insieme.

Ho imparato che a stare in natura ne vale davvero la pena!

Seconda bambina

Mi sono piaciuti tanto: l’autobus, il fuoco, le foglie autunnali e le canne di bambú.

Primo bambino

Oggi siamo andati al Crea. Mi è piaciuto molto raccogliere le cose naturali e metterle sulle querce degli alberi, anche se non mi è piaciuto molto raccoglierle per terra a mani nude.

È stato molto bello andare al bosco con i miei amici ed ho imparato che con le cose della Natura si possono fare cose fantastiche!

Terzo bambino

È stata proprio una bella esperienza: il mio gruppo si chiamava “Alberi marroni”.

Abbiamo trovato funghi, foglie e dei pezzi di corteccia. Ci siamo conosciuti con i bambini della terza B, abbiamo fatto la merenda e pure il pranzo insieme intorno al fuoco.

Voglio fare di nuovo questa esperienza, perché ho imparato a rispettare la Natura!

Quinta bambina

Mi è piaciuto andare al Crea in autobus ed ho imparato a giocare con i compagni della terza B.

Noi eravamo il gruppo dei “funghi generosi”!

Terza bambina

Mi è piaciuto venire al Crea, perché ho visto i funghi, le foglie, le bacche, gli alberi ed il tunnel di bambù. In seguito, ho raccolto anche i tronchi ed abbiamo acceso il fuoco.

Quando il pullman è partito, mi sono quasi messo a piangere, perché desidero tanto fare altre “gite” così!

Secondo bambino

Oggi al Crea abbiamo raccolto cose naturali, cantato e ballato. Mi è piaciuto moltissimo quando siamo entrati nel tunnel di bambù ed abbiamo annusato, a turno e “bendati”, le piantine.

La cosa che mi è piaciuta un po’ meno è stato il fumo del fuoco che mi faceva lacrimare gli occhi ed i pezzetti di legno che mi venivano addosso.

Oggi ho imparato a rispettare la Natura!

Sesta bambina

Commento dei genitori dei bambini della Scuola Primaria

Testimonianze raccolte da Laura Ciambellotti

Il benessere dei bambini

Come tutti i bambini, nostro figlio ama le attività all’aperto, in particolare quelle dove viene stimolata la sua enorme curiosità e la sua passione per le attività manuali. Se poi questa opportunità si accompagna alla possibilità di stare insieme ai suoi amici, per lui non vi è bisogno di altro per stare bene.

I suoi racconti e le foto ricevute ci hanno restituito l’immagine di una bella iniziativa, sicuramente da ripetere e possibilmente da estendere in termini di diversificazione delle esperienze in loco.

Siamo convinti che coniugare un vero e più profondo contatto con la natura ad occasioni di apprendimento in cui i bambini siano chiamati a mettersi in gioco in prima persona, sia estremamente utile per sviluppare in loro il concetto di rispetto per l’ambiente e per la loro stessa maturazione umana.

Esperienze sensoriali

Bellissima iniziativa, grazie mille. Stare all’aperto è molto importante. Mia figlia era entusiasta si è sentita molto libera.

Ci ha raccontato nei minimi dettagli tutte le esperienze sensoriali e tutto ciò che ha osservato. Un bel momento di condivisione in cui hanno lavorato in gruppo.

Spero sia l’inizio di una serie di esperienze di apprendimento “ex vivo” che sicuramente lasciano un segno profondo nei bambini.

Raccolta e classificazione dei funghi

Mia figlia è tornata entusiasta dalla sua lezione “fuori porta“. Le è piaciuto raccogliere i funghi e confrontarsi con i compagni sulla tipologia e la quantità di funghi trovati.

Non le è piaciuto quando ha iniziato a piovere perché sentiva i pantaloni umidi, ma le piacerebbe molto ripetere questa lezione in primavera ed in estate, quando le temperature sono un po’ meno fredde e umide!

La cosa che le è piaciuta di più, oltre ad essere all’aperto, è stata sentirsi parte di un gruppo.

TESTIMONIANZE video Outdoor Education

Genitori e Insegnanti Scuola Primaria e Media

// OUTDOOR EDUCATION NELLA SCUOLA PRIMARIA E MEDIA

Le testimonianze video di genitori della Scuola Primaria e insegnanti della Scuola Media circa la sperimentazione in Outdoor Education.

Legambiente e Monkey Island

Istruttori e Associazioni

Sperimentare all’aperto da adulti la proposta per la scuola dell’Outdoor Education

Sandra Chistolini

Il Corso di Perfezionamento sull’Outdoor Education non trascura di considerare il valore dell’attività motoria e del gioco quali momenti fondamentali di sviluppo sostenibile. Si tratta di riprendere la lezione accademica e di viverla concretamente in spazi all’aperto da adulti. Sperimentare lo spazio e comprenderne la rilevanza nella crescita è il primo passo per introdurre nella scuola l’Outdoor Education.

In numerose occasioni del sabato mattina, dirigenti, insegnanti, genitori e nonne hanno partecipato ad attività di movimento nelle quali l’avventura, il gioco e l’apprendimento di tecniche precise hanno creato le condizioni di quell’apprendimento necessario all’adulto affinché egli diventi il soggetto attivo dell’educazione in una scuola che accoglie l’Outdoor Education.

Il principio del provare in prima persona a vivere in luoghi all’aperto le stesse materie scolastiche, ha trovato una piena rispondenza nel programma del progetto. La ricerca degli spazi educativi all’aperto, da proporre a bambini e adolescenti, e la sperimentazione diretta di percorsi innovativi, hanno generato la convinzione della positività del modello adottato dallo SmarTeam.

L’esperienza del gruppo (Team) dell’Outdoor Education in forma S.M.A.R.T. (Scuola Mondo tra Ambiente Responsabilità e Territorio) porta nelle classi un’offerta formativa permanente da estendere progressivamente a tutta la scuola.

Gioco e creatività

Chiara Sarti

Il gioco nasce dalla creatività. Il metodo Montessori aiuta il bambino a individuare gli elementi naturali presenti in un ambiente facilitante. Grazie a questo egli svolge al meglio le attività educative proposte dagli insegnanti, grazie anche ai genitori che partecipano attivamente in un clima di gioia e serenità.

L’ambiente modula e favorisce la sinergia relazionale del bambino in rapporto con gli altri. L’attività motoria favorisce il recupero psicologico e fisico, messo duramente alla prova dalla pandemia.

Quaderni di Pedagogia Digitale // Fondo Pizzigoni // Quaderni FISR 2000 / S.M.A.R.T. // FISR05 Forum Outdoor Education

I valori dell’attività motoria

Luigi Inglese

È opportuno fare attenzione a ciò che un allievo esprime con il suo comportamento: una condotta corretta, rispettosa delle regole e degli avversari, dimostra di condividere valori universali di pace, legalità e intercultura. I valori dell’attività motoria e del gioco sono l’amicizia, la lealtà, la solidarietà, l’impegno, il coraggio, il miglioramento di sé, la pace.

Quando i bambini praticano l’attività motoria, o semplicemente giocano, imparano a sapersi muovere in modo corretto per non interferire o ostacolare un corretto sviluppo fisico. Attraverso l’attività motoria e il gioco avviene il confronto con l’altro e si amplia il mondo delle relazioni interpersonali.

Il gioco aiuta lo sviluppo della persona

Daniele Coco

Il gioco in ambiente naturale per il suo fattore intrinseco sfidante, aiuta a sviluppare forza, resistenza, mobilità, alti livelli di percezione ma anche consapevolezza di sé e delle proprie emozioni e controllo del proprio corpo in movimento.

La sedentarietà come (cattiva) abitudine comportamentale, fin dall’infanzia, sta sempre più condizionando la vita educativa dei bambini, la mancanza di gioco libero in ambiente naturale ed il conseguente impoverimento esperienziale creativo e di fantasia motoria sta minando una parte fondamentale dello sviluppo del bambino.

La creatività è una componente essenziale per lo svolgimento di qualsiasi attività del bambino in particolare nel gioco motorio.

// VIDEO: TESTIMONIANZE ISTRUTTORI E ASSOCIAZIONI

Testimonianze di istruttori e associazioni che hanno partecipato alla sperimentazione Outdoor Education del progetto FISR 2020 // S.M.A.R.T.

AA. VV.

La visita al Fondo Pizzigoni

Il Fondo Pizzigoni

Il Fondo Pizzigoni riguarda la ricerca pedagogica e scientifica sulla scuola dell’infanzia e in tal senso è l’unica realtà istituzionale che si occupa di questo periodo della vita dei bambini.

L’attenzione a quanto educatrici e maestre producono al fine di rendere l’educazione quanto più rispettosa del bambino e della bambina, rivela la profonda competenza e la preparazione di cui le insegnanti si avvalgono per favorire quel delicato processo di umanizzazione che rende i bambini persone libere e responsabili.

Il 15 ottobre 2020 è costituita l’Associazione per la diffusione del Fondo Pizzigoni ETS, fondatrice e presidente Sandra Chistolini, soci fondatori Matteo Villanova e Rosa Maria Lacerenza.

Patrimonio pedagogico

Il Fondo Pizzigoni si trova presso il Dipartimento di Scienze della Formazione dell’Università degli Studi Roma Tre, in Via del Castro Pretorio 20, 00185 Roma. Comprende 389 libri e 471 oggetti esposti in 7 vetrine di cristallo e una cassettiera di grandi dimensioni, ed è consultabile grazie alle 456 schede descrittive presenti nel Sistema Bibliotecario di Ateneo, in gran parte dotate di immagine digitalizzata dei singoli oggetti, accessibili online. È possibile vedere gli originali concordando via email un appuntamento con la prof.ssa Chistolini.

I documenti hanno origine dal Programma dell’Asilo Infantile della Rinnovata Pizzigoni e si estendono alla produzione di materiale creato per realizzare pienamente l’ideale pedagogico attuato dalla pedagogista italiana Giuseppina Pizzigoni.

Il progetto proposto intende promuovere la conoscenza scientifica del Metodo Pizzigoni attraverso appositi corsi post lauream, anche in lingua inglese, e cerca di raccordare, teoricamente e praticamente, i moderni paradigmi dell’Outdoor Education alla matrice e allo spirito di rinnovamento della scuola. Sono in progetto traduzioni in lingue estere di alcuni degli scritti custoditi dal Fondo Pizzigoni.

Prime impressioni sul Fondo Pizzigoni

Valentina Cosimati

Arrivo e trovo parcheggio senza troppe complicazioni nonostante il traffico prenatalizio. Mia figlia è con me, un po’ incuriosita per l’attività con “la Professoressa” – così chiama la Professoressa Chistolini – il Solstizio, e in trepidante attesa dello Schiaccianoci che andremo a vedere la sera al Teatro dell’Opera.

Ci riuniamo nell’androne universitario di Via del Castro Pretorio 20, controlliamo Green Pass, temperatura e firmiamo le autodichiarazioni per la prevenzione del contagio COVID-19.

Mia figlia è attenta, riconosce Pinocchio, i burattini, la attirano alcune costruzioni ma capisce ben presto che durante questa giornata non osserverà quadri come in un museo e non giocherà come al CREA, i disegni altrui la interessano relativamente poco. Inizialmente si rintana nel passeggino abbracciando il suo peluche ma ben presto trova un centro di interesse in una ‘sandbox’ (forse un’aiuola interna per piante) di argilla espansa, dove è divertente saltare, rotolarsi e far finta di andare alle terme.

Ascolto le parole insieme al gruppo di studio, beviamo immagini, colori, volumi e suggestioni con lo sguardo, cerchiamo analogie con ciò che conosciamo, sembriamo le bambine meravigliate davanti alle sorprese dello zio Drosselmeyer. La sensazione è quella di entrare in un multiverso creativo che proviene da un passato non troppo remoto ed emana un’aura di vecchi merletti tanto più preziosi quanto più sono antichi e meglio conservati.

I calendari, i giornaloni, le costruzioni, tutto prende forma nella sua straordinaria attualità. Le comparazioni con altre forme pedagogiche coeve si frangono contro l’aderenza al mondo di sensi e di senso creato da Pizzigoni e Bertuzziper” e “insieme” all’infanzia.

L’elemento che più mi colpisce è la non presunzione che una persona adulta possa capire davvero come semplificare con gli occhi di un* bambin*. Non c’è una riduzione in essenzialità formali e luminose, bensì la presentazione di ciò che l’Umanità è stata in grado di produrre fino a quel momento, lasciando aperta la possibilità della creazione di universi di senso propri alle generazioni future, le quali hanno la possibilità di cogliere i germogli semantici nel mondo intorno a loro spesso invisibili ai ‘grandi’ ed eventualmente farli germogliare, la capacità di capire che il nuovo vestito dell’imperatore semplicemente non c’è.

L’arte e le arti, i mestieri e le competenze sono presentate in modo organico, così che siano * bambin* a capire e scegliere cosa (ap)prendere e semplificare a loro modo, sebbene accompagnat*. L’esperienza non è negata, i mestieri rispettati, per poter mettere l’arte da parte, bisogna prima impararla bene. Le figurine sono di design, fatte con mestiere, senza negare i progressi fatti fino ad oggi dalle maestranze, dall’artigianato, dall’industria, senza essenzializzare con occhi adulti.

Un insegnamento positivo e fiducioso sia nei confronti della società che dell’infanzia, nel passato, nel presente e nel futuro. Tantissimi sono gli spunti inesplorati che potrebbero essere rielaborati alla luce della contemporaneità. Il master nella sua interezza presenta una via, una possibilità, una indicazione e lascia aperte suggestioni inesplorate a possibili sviluppi, anche molto più laici, meno monoreligiosi ma comunque con una attenzione alla spiritualità, alla natura, al mondo, alla persona e con un atteggiamento fiducioso, spirito gioioso.

Quaderni di Pedagogia Digitale // Fondo Pizzigoni // Quaderni FISR 2000 / S.M.A.R.T. // Outdoor Education: Arrampicata alberi Fregene

La metamorfosi pedagogica nell’Outdoor Education

Sandra Chistolini

Il Forum aperto nel Quaderno di Pedagogia Digitale numero 5 della serie FISR 2020 // S.M.A.R.T. raccoglie i risultati sulla sperimentazione in Outdoor Education condotta nel Corso di Perfezionamento entro due macroaree di investimento pedagogico riassumibili nella scuola e nella famiglia inserite nel contesto sociale opportunatamente circoscritto dalla programmazione universitaria avente la funzione di leadership e management dell’intero Progetto.

Gli adulti che hanno seguito i quattro mesi del percorso formativo sono stati dirigenti scolastici, insegnanti, educatori, formatori, genitori e nonne decisamente presenti nelle varie attività ed in grado di capitalizzare al massimo i benefici del Corso. Le testimonianze raccolte descrivono e valutano le esperienze prendendo come campo di osservazione la risposta dei bambini.

I giudizi sull’Outdoor Education nel momento di ingresso in ogni sperimentazione si sono trasformati durante la sperimentazione stessa, fino a diventare, alla fine della giornata di sperimentazione, piena adesione al modello educativo proposto. Ogni situazione vissuta ha dato gli elementi di analisi della realtà, i pro e i contro dell’educazione all’aperto.

Siamo ora in presenza di un effetto sociale e culturale dirompente. Registriamo una sorta di metamorfosi del pensiero pedagogico provocata dalla tenuta del Progetto. Gli adulti si sono concentrati sulla comprensione del valore reale dell’Outdoor Education in un tempo di pandemia ed oltre il medesimo.

Questioni metodologiche, modello prototipale e SmarTeam

Il percorso privilegiato del mettersi in una situazione esperienziale governata dalla interazione cosciente e responsabile delle persone trova nell’interazionismo simbolico e negli studi di Erving Goffman una nuova declinazione nella co-progettazione tra Università, Municipi, Associazioni Onlus e ETS, Scuole, Centri estivi integrati, Centri forestali, Fattorie pedagogiche, Parchi cittadini.

Abbiamo creato un modello prototipale SmarTeam anche in ambito curricolare destinato ad essere di riferimento per futuri progetti sull’Outdoor Education lungo il tracciato di tre direzioni metodologiche.

La prima direzione di carattere quantitativo e qualitativo, questionari, analisi del contenuto, etnometodologia. La seconda direzione di osservazione, progettazione, campionamento, uso del MITE (Multiple Interactive Team Education) delle relazioni interistituzionali, creazione di una rete operativa intesa all’incremento nella scuola di percorsi di educazione in outdoor.

La terza direzione di conoscenza ed applicazione del Metodo Sperimentale fondato da Giuseppina Pizzigoni e della strategia del Decoding the Disciplines nella prospettiva interdisciplinare ed interculturale ai fini della strutturazione degli apprendimenti progressivi della conoscenza scientifica delle discipline e della promozione della comparazione internazionale.

La valutazione del Progetto

Al termine della sperimentazione, ci troviamo di fronte al grande quesito sul come misurare i risultati del Progetto. Le ragioni che portano a scegliere l’Outdoor Education sono molte. Probabilmente le due principali ragioni sono riassumibili:

a) nella forte attrazione che l’educazione all’aperto produce nell’infanzia e nell’adolescenza ristabilendo la priorità della scuola nella formazione;

b) nella constatazione dei progressi intellettuali, fisico-motori, emotivo-spirituali, scientifico-culturali, civici e sociali che caratterizzano l’evoluzione del bambino e dell’adulto verso l’idea e la pratica dell’Outdoor Education.

Gli obiettivi posti in premessa dell’intero Progetto sono stati pienamente raggiunti:

1) nel senso dell’incremento della domanda delle scuole e degli insegnanti sull’apprendimento all’aperto con esplorazione dell’ambiente naturale prossimo;

2) nel senso della ideazione di percorsi esperienziali di Outdoor Education usando gli spazi locali e promuovendone l’inserimento nell’offerta formativa curricolare;

3) nella creazione di reti efficaci tra enti pubblici e privati per co-progettare percorsi di apprendimento di alta qualità fuori dalla classe in ambiente naturale.

La codifica delle buone prassi permette la replicabilità della sperimentazione in vista della prosecuzione e dell’ampliamento della proposta progettuale.

Corso di Perfezionamento

Muoversi con l’infanzia dal Fondo Pizzigoni allo Spazio Mondo tra creatività ed avventura  // Università degli Studi Roma Tre, Dipartimento di Scienze della Formazione // Link a Corso di Perfezionamento

FISR 2020

Fondo Integrativo Speciale per la Ricerca, Ministero dell’Istruzione e della Ricerca // Link a sito ufficiale FISR

S.M.A.R.T.

Scuola Mondo tra Ambiente, Responsabilità e Territorio: l’Alleanza che “si cura” della persona

CORSO PERFEZIONAMENTO FISR 2020 / S.M.A.R.T.  //  RISORSE

La bibliografia di riferimento per le lezioni e le attività in outdoor del Corso di Perfezionamento Muoversi con l’infanzia dal Fondo Pizzigoni allo Spazio Mondo tra creatività ed avventura  // FISR 2020 / S.M.A.R.T. 

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Quaderni di Pedagogia Digitale // Fondo Pizzigoni // Quaderni FISR 2000 / S.M.A.R.T. // Outdoor Education

FISR05 // MAR 2022

Forum Outdoor Education: insegnanti, dirigenti, esperti, genitori, nonne, sperimentatori della pedagogia della natura Scarica il Quaderno in formato digitale  //  PDF  

// GLI ALTRI QUADERNI DI PEDAGOGIA DIGITALE FISR 2020 / S.M.A.R.T.

FISR01

Outdoor Education: Connettersi alla natura guidati dalla curiosità e dalla scoperta

FISR02

Outdoor Education: Sapori e brividi dell’avventura in acqua, aria, terra

FISR03

Outdoor Education: Studiare all’aperto tra scienza e cultura

FISR04

Sviluppo Sostenibile nell’Outdoor Education da 0 a 13 anni

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