Commenti, studi e interviste
Lo spazio durante il Covid-19: dalla casa all’Outdoor Education
Lo spazio durante il Covid-19 dalla casa all’outdoor education: cosa abbiamo imparato
e come la stiamo vivendo. Commenti, studi e interviste a chi è presente sul campo.
“L’unico modo per essere liberi in un’epoca in cui lo spazio fisico è limitato, è viaggiare nello spazio mentale.”
(Maria Concetta Speziale)
Come sono cambiati gli spazi nella scuola dopo il lockdown
La scuola a partire dal 2020, a causa dell’emergenza sanitaria, si è trovata a vivere un momento molto difficile a livello di organizzazione, ancor più difficoltoso perché i protagonisti sono i bambini.
La scuola ha dovuto cambiare lo scenario per garantire il distanziamento sociale, mantenendo la distanza di un metro uno dall’altro attraverso una rimodulazione dei banchi, dei posti a sedere e degli arredi scolastici, dovendo scaglionare le entrate e le uscite ed eliminare gli spazi comuni, mentre gli insegnanti sono stati costretti a rispettare la distanza di due metri rispetto agli alunni.
Cosa rimarrà di questa esperienza? Sarà impossibile far finta di nulla, la paura è che non sarà più come prima. Cambiare le cose dipenderà dalla voglia, dall’impegno di ognuno di noi e dal coraggio di oltrepassare le colonne d’ Ercole, nel pensare a tornare a fare scuola dimenticando questo brutto momento.
Intervista: come è cambiato lo spazio nella scuola dopo il lockdown
Il mondo nell’anno 2020 è stato dominato dal Coronavirus, ma adesso che il vero lockdown si è concluso dobbiamo fare i conti con una realtà molto diversa da quella che eravamo soliti vivere in precedenza.
Questo in ogni aspetto della nostra vita ha portato grandi cambiamenti dalle relazioni sociali agli atteggiamenti e all’organizzazione di eventi pubblici che prima erano all’ordine del giorno. Ma troviamo una parte della popolazione che ancora non è abituata a questo nuovo stile di vita ovvero i bambini che non riuscendo a comprendere la gravità del momento vogliono semplicemente continuare la vita che c’era prima di questo lockdown.
Quindi nella scuola dell’infanzia si cerca in questo momento di instaurare una coscienza sociale e di cittadino nel bambino che sin da subito deve riuscire a comprendere l’importanza delle relazioni sociali e quindi dell’esigenza sociale di mantenere le distanze e di poter permettere comunque una buona vita sociale del bambino.
Di sicuro il modo migliore per farlo capire ad un bambino è attraverso il gioco e i disegni che quindi possa associare questi input a un messaggio e quindi ad un insegnamento di tipo pedagogico e sociale. In molte scuole troviamo dei cartelloni colorati che ricordano di mantenere le distanze e le mascherine o per esempio dei segni sempre colorati a terra che permettono intuitivamente e rapidamente di comprendere quali posti a sedere sono utilizzabili.
Ma bisogna anche comprendere che i bambini non sono solo delle spugne che assorbono tutto quello che li circonda ma sono anche dotati di curiosità e sono i primi a fare le domande, quindi anche per gli insegnati è importante avere delle notizie di base sull’uso della mascherina o su come mantenere le distanze e essere in grado di trasmettere queste conoscenze fondamentali in questo periodo al bambino.
Educare in nuovi ambienti: Outdoor Education
Lo scenario che si apre a partire dal rientro a scuola dopo il lockdown, spinge la riflessione verso un’educazione che deve acquisire nuovi modi di essere e di comportarsi. Gli spazi interni ed esterni della scuola non sono più vissuti in maniera esclusiva, o per un’unica funzione, ma si vestono di nuove potenzialità dovute al bottleneck corona virus.
La propria classe non è più l’ultima in fondo al secondo piano a sinistra, ma in palestra dove lo scorso anno si faceva educazione motoria. I giardini e i campetti sono luoghi da dividere con altre classi, a patto che queste non entrino in contatto tra loro, o usati per le assemblee dei genitori per l’elezione dei vari rappresentanti.
Per far sì che non si creassero assembramenti, in alcuni istituti comprensivi di Roma si è provveduto a creare un planning in cui ogni docente esprimeva la sua disponibilità per l’utilizzo del campetto polivalente da utilizzare come spazio ricreativo e outdoor; il compito di visionare l’organizzazione funzionale e gli incastri di orario sono stati affidati a referenti vicari della scuola. Lo stare in questa nuova dimensione e di vita scolastica se vista come possibilità di apertura e riflessione sul processo educativo spinge verso un riadattamento evolutivo che porta a formulare nuovi pensieri e riflessioni sul fare pedagogico.
Introduzione e presentazione dei tre bambini
Durante il periodo del lockdown, i bambini hanno provato per la prima volta l’esperienza di seguire le lezioni da casa. Abbiamo raccolto tre testimonianze diverse per scoprire come i bambini hanno vissuto questa novità e in che modo hanno reagito quando sono ritornati a scuola. Abbiamo anche raccolto i punti di vista dei genitori.
Le interviste ai bambini
La prima bambina (Widade) ha frequentato la quinta elementare durante l’anno 2019/2020, quindi ha finito la scuola primaria a casa. Il secondo bambino (Paolo) ha finito la terza elementare a distanza e ha iniziato la 4° in presenza. Un’altra bambina (Arianna) ha finito la scuola dell’infanzia durante il periodo del lockdown e ha iniziato la scuola primaria a settembre 2020.
Durante la quarantena da marzo a giugno, in quale stanza della casa facevi lezione? Con quale mezzo tecnologico? (tablet, pc…)
Widade
Le lezioni venivano seguite in camera con il PC.
Paolo
Arianna
Qual’era la cosa che ti mancava di più della classe?
Widade
La cosa che più mi è mancata sono stati i compagni, gli scherzi, i giochi e le chiacchiere.
Paolo
Arianna
Pensi che sia comodo fare lezione a casa?
Widade
Paolo
Arianna
Come ti sei sentito/a quanto sei tornato/a a scuola?
Widade
Paolo
Arianna
Ti è mancata l’aula, oltre ai tuoi compagni e ai maestri?
Widade
Paolo
Si.
Arianna
Preferisci stare a casa a fare lezione o al banco a scuola?
Widade
Paolo
Arianna
Le interviste ai genitori
Abbiamo anche intervistato i genitori dei bambini: la mamma di Widade (Paola), il papà di Paolo (Antonio), e la mamma di Arianna (Sara). Ecco le loro risposte.
Come avete organizzato gli spazi di casa per lo studio del bambino durante il lockdown?
Paola, mamma di Widade
Avendo la wifi, una stanza singola e più computer non è stato difficile allestire una stanza per le lezioni.
Antonio, papà di Paolo
Abbiamo fatto in modo che Paolo potesse concentrarsi nella sua cameretta e seguire anche le lezioni da li.
Sara, mamma di Arianna
Abbiamo preparato un tavolino con i colori, le matite e tutte le cose di Arianna in cucina, e lo abbiamo messo vicino alla finestra così prendeva un po’ di luce.
A vostro parere la mancanza di una classe effettiva (sia come luogo, che come persone) ha influenzato la validità dell’insegnamento durante il periodo del lockdown?
Paola, mamma di Widade
Antonio, papà di Paolo
Sara, mamma di Arianna
Noi genitori siamo stati molto dietro ad Arianna in quel periodo; è vero pure che stando a casa non ha potuto avere quella condivisione che ha di solito con i compagni e le maestre. Non è mai capitata una video conferenza con tutti i bambini, a parte una volta che un bambino ha festeggiato il compleanno. Sempre riguardo la mancanza di una classe effettiva, le maestre mandavano video con attività che i bambini dovevano fare, ma nonostante ci fossimo noi ad aiutarla, mia figlia non aveva la solita spinta a fare i compiti che aveva prima. Inoltre, verso giugno, Arianna aveva della stanchezza che non ha avuto gli anni scorsi.
Come ha reagito secondo voi il bambino dopo il primo giorno di scuola in presenza?
Paola, mamma di Widade
Il ritorno a scuola è stato vissuto da Widade con molta eccitazione e un po’ di paura perché mia figlia passava dalla primaria alla secondaria.
Antonio, papà di Paolo
S. S. mamma di A. S.
Mi sembra che lei vada a scuola con molta felicità, ma non so se è perché è cambiato l’ambiente, o impara tante cose, ma anche parlando con altre mamme abbiamo concordato che andare a scuola fa bene ai bambini, non solo dal punto di vista culturale, ma anche perché stanno insieme ai loro coetanei. Quindi la cosa peggiore della didattica a distanza è stata di sicuro la faccenda del dover “stare soli” , e la mancanza di socialità e condivisione. Ma questo magari dipende anche dalle famiglie (ndr: forse intendeva il fatto di avere o meno fratelli, A. era figlia unica nel periodo del lockdown, anche se ora non più), se hanno o meno connessione, e altri fattori.
Analisi dei contenuti delle interviste
Con queste interviste abbiamo potuto apprendere che i bambini associano al concetto di aula più la presenza di compagni e maestre che la stanza stessa. Infatti tutti e tre hanno esposto la loro preferenza allo studio a casa e ben due hanno detto che gli sono mancati i compagni e la possibilità di interagire con loro.
I genitori invece si sono trovati d’accordo con l’affermare che la didattica a distanza è meno efficace della didattica in presenza, anche per la mancanza di un ambiente che possa stimolare di più la curiosità dei bambini.
Interviste a maestri e maestre della scuola primaria
Abbiamo intervistato la maestra Maria Carolina della scuola primaria di Sacrofano e il maestro Mattia delle scuole primarie di Setteville e Villanova. Partendo dal presupposto che la comunità per svilupparsi e consolidarsi ha bisogno di un riferimento spaziale, abbiamo ascoltato i pensieri e le opinioni degli insegnanti e dei bambini riguardo il cambiamento dello spazio nella scuola al rientro dal lockdown. Volevamo capire come tali variazioni potranno influenzare l’apprendimento dei bambini.
Come avete modificato l’ambiente scolastico per permettere il rientro dei bambini in sicurezza?
Maestra Maria Carolina
Maestro Mattia
Quanto ha influito il cambiamento della classe nel comportamento e nell’apprendimento dei bambini?
Maestra Maria Carolina
Maestro Mattia
Quale è la prima cosa che i bambini hanno notato quando sono rientrati in classe?
Maestra Maria Carolina
Maestro Mattia
Come renderesti più interattiva la lezione in questo periodo complicato?
Maestra Maria Carolina
Farei portare un tablet o un cellulare ad ogni alunno e farei utilizzare tutte le varie piattaforme, applicazioni e programmi che in questo momento spopolano sul web.
Maestro Mattia
Come avete reso possibile il periodo d’inserimento e ambientamento per i bambini della scuola materna dopo il lockdown?
Maestra Maria Carolina
Maestro Mattia
Analisi dei contenuti delle interviste
Grazie a queste interviste abbiamo compreso che lo spazio educativo ha il compito di fornire al bambino sicurezza, affettività, cura, desiderio di conoscenza, sentimento di intimità, piacere di stare insieme agli altri, tutte possibili esplorazioni da sostenere ed incoraggiare.
Lo spazio educativo possiede ancora le caratteristiche per un corretto sviluppo del processo pedagogico. Questi cambiamenti non si riflettono sulla didattica in sé ma sul modo in cui essa viene realizzata. Non avere la possibilità di far svolgere determinate attività ai bambini tutti insieme a causa del distanziamento è limitante, a tal fine è necessario cercare altre soluzioni. Nonostante la difficile situazione gli alunni capiscono quanto sia importante condividere in un ambiente creato per loro dove possano essere ascoltati e compresi dalle docenti.
Abbiamo capito che per quante variazioni si possano fare nell’ambiente scolastico l’importante è sempre metterci cura e attenzione per non bloccare determinati stimoli naturali indispensabili per i fanciulli.
Altre (video) interviste ai bambini
Ecco altre interviste a bambini, questa volta in video, con le principali risposte a fianco.
Come è cambiata la ricreazione? Puoi giocare con gli altri?
«Se c’è bel tempo usciamo fuori stando lontani.»
«Non possiamo correre in aula.»
Quale è la prima cosa che hai notato quando sei rientrato in classe?
«La cattedra non c’è più la maestra ora ha un banco piccolo come il nostro.»
Intervista: Alessandro, 11 anni
Come è cambiata la classe dopo la quarantena?
«Non ci sono più gli armadi, c’è più spazio.»
Avete fatto lezione in un posto diverso dalla tua solita classe?
«Si facciamo lezione a mensa.»
«Adesso la nostra aula è la palestra.»
Intervista: Serena, V elementare
“Ogni evento può essere maestro.”
(Giuseppina Pizzigoni)
Analisi dei contenuti delle interviste
Abbiamo intervistato bambini di diverse età della scuola primaria. Questo video raccoglie le nostre analisi dei loro punti di vista, racchiudendo ciò che abbiamo intuito e compreso.
Video: analisi delle interviste ai bambini
Scuola e formazione post-lockdown: Digito Dunque Sono
Videoconferenza su Teams
Il 17 Ottobre 2020 si è tenuta on-line, per rispondere alle esigenze del Laboratorio di Pedagogia Generale, in veste nuova e sperimentale, la videoconferenza “Scuola e formazione post lockdown. Digito Dunque Sono”. Hanno preso la parola diversi relatori: insegnanti di scuola dell’infanzia e primaria, cultori della materia, dottorandi, laureandi, direttori di associazioni e progetti.
Si è trattato il tema della didattica, imprescindibile strumento educativo, durante il lockdown, esaminando poi il ritorno a scuola dal punto di vista dell’accoglienza, dell’inserimento e dell’ambientamento, dopo un lungo periodo di distanziamento sociale e fisico. Il lockdown è stato esplorato come “fatto che ha creato una opportunità che trasformiamo in educazione” (Sandra Chistolini).
Manuela Santucci: maestra della scuola dell’infanzia all’aperto “Luna Sapiente” ha testimoniato il problema dell’ambientamento dei bambini che per la prima volta si sono affacciati alla scuola, in uno spazio ridisegnato per loro secondo le esigenze imposte dal post-lockdown. Sperimentando ingressi pomeridiani scaglionati, attivando dei laboratori pittorici e di motricità che accompagneranno il bambino al suo ingresso definitivo nella istituzione scolastica.
Maria Carmela Romano: maestra della scuola dell’infanzia all’aperto “Legno Verde” ha illustrato l’esperienza che ha portato alla realizzazione del volume “Ti racconto un ospite inatteso” pensieri e rappresentazioni grafiche dei bambini. Una copia del libro è stata poi donata l’8 Settembre 2020 in Campidoglio alla Sindaca Virginia Raggi.
Elisabetta Maria Vitali: laureanda, studentessa lavoratrice, ha apportato il punto di vista della studentessa da remoto. Il lockdown ha rappresentato per i suoi studi un cambiamento significativo. Una “apertura” di nuove strade e possibilità di apprendimento offerte dalla didattica a distanza, più accessibile e agibile.
Maria Covino: assegnista di ricerca, ha parlato di genitorialità, analizzando etimologicamente la parola genitore come “colui che genera” analizzando come durante il lockdown, in quello spazio familiare, divenuto per necessità temporaneo sostituto dell’aula scolastica, si sia riscoperta la meraviglia con i propri figli.
Highlights da altri interventi: gestire il lockdown ed i momenti successivi, le complicazioni, la riorganizzazione di spazi personali e comuni, l’accoglienza, la didattica educativa alternativa a quella meramente frontale, ha rappresentato una sfida, uno sprone a sperimentare metodi e mezzi nuovi, come i Tik Tok di Laura Pesci o il “Sottomarino” di Laura de Horatis, che ha stabilito una connessione di continuità attraverso l’utilizzo in classe di strumenti che avevano fatto parte della vita casalinga durante la lunga quarantena, non dimenticando l’educazione civica e sanitaria proposta da Sara Navarro Lalanda quale strumento di sviluppo nel bambino di una esperienza del pensiero critico in un’ottica di learning by doing (tutorial lavaggio mani), trovando tutti concordi alla necessità dell’ascolto del bambino, quale strumento principe di superamento e metabolizzazione.
Nuova didattica in nuovo spazio
Interviste a cura di Sara Eleonora Spampinato.
Lorena, mamma del piccolo Riccardo, 2 anni
Michela, educatrice, 33 anni
Alessia, mamma di Alessio (8 anni) e Alice (6 anni)
Paolo, papà di Raffaello (4 anni) e Leonardo (2 anni)
Team members
Video
Interviste
Settimane
Sintesi e numeri del nostro progetto
Questi sono i numeri del nostro progetto, grazie al quale siamo riusciti a comprendere il valore dello spazio all’interno della pedagogia, in un periodo in cui esso rappresenta un tema centrale per ogni comunità.
Sei componenti del team di progetto, quindici interviste, otto video, e due settimane di ricerca.
Risorse e approfondimenti
Riferimenti bibliografici, risorse in rete e crediti fotografici.
Risorse BibliografichE e WEB
Chistolini S., Scuola con il “vademecum” senza “lockdown”. Corsie preferenziali per l’accesso sicuro e l’insegnamento garantito, 14 settembre 2020 // link
Chistolini S., Decoding the Disciplines in Pedagogia. Epistemologia e metodologia della formazione per una buona pratica di preparazione universitaria degli insegnanti, in “Il Nodo. Per una pedagogia della persona”, anno XXI, n. 47, Nuova Serie, dicembre, 2017, pp. 35-52, reperibile online
Il coronavirus cambierà il nostro modo di fare scuola. Lettera, su Orizzonte Scuola // link
Chistolini S., Il Coronavirus visto dai bambini della scuola dell’infanzia all’aperto. Il nuovo stile di vita per esorcizzare la paura, in TELLUS folio, 17 marzo 2020 // link
Chistolini S., Il ritorno a scuola, tra emozione dell’inizio e incertezza del contesto, in “Il Faro”, Istituto della “Enciclopedia Italiana”, 13 settembre 2020 // link
Chistolini S., La formazione universitaria in Pedagogia secondo la metodologia dell’interazione umana intesa alla definizione della conoscenza condivisa, in “Rassegna CNOS”, anno 31, n. 3, 2015, pp. 69-81, reperibile online.
Chistolini S., Primo giorno di scuola post pandemia da Covid-19 // link
CONDIVIDI
Team di progetto
Autrici del Quaderno di Pedagogia Generale // Digito Dunque Sono // 015 // Studentesse di Scienze della Formazione Primaria, Università degli Studi Roma Tre
Maria Concetta Speziale
Studentessa Scienze Educazione Primaria, Roma Tre
Hobby: Fotografia e Video-making
.
Beatrice Stipo
Studentessa Scienze Educazione Primaria, Roma Tre
Educatrice professionale socio-pedagogica, ora AssCom nelle scuole primarie.
Vito Tambasco
Studente Scienze Educazione Primaria, Roma Tre
Psicologo e psicoterapeuta
Maddalena Succi
Studentessa Scienze Educazione Primaria, Roma Tre
Francesco Tana
Studente Scienze Educazione Primaria, Roma Tre
Sogna di poter insegnare ai bambini a sviluppare un pensiero fuori dagli schemi.
Sara Eleonora Spampinato
Studentessa Scienze Educazione Primaria, Roma Tre