Ritorno a Scuola
Ritrovarsi
Durante la conferenza dedicata al progetto Scuola e formazione post lockdown: Digito Dunque Sono, i temi trattati sono stati numerosi; tra questi come è stato vissuto questo periodo di coronavirus dai bambini o come si sono organizzati gli insegnanti per poter garantire una buona forma di didattica, anche se a distanza.
Una volta affrontato il tema di come si sarebbero svolte le lezioni, sicuramente il tema più discusso è stato il quando e, soprattutto, il come ci sarebbe stato il rientro nelle scuole. È proprio questo il tema che vogliamo approfondire in questo progetto, dal titolo Ritrovarsi.
Da sempre il momento del ritorno a scuola rappresenta un momento importante, sia per gli alunni che per gli insegnanti. Ma quest’anno, oltre ai soliti preparativi, le istituzioni scolastiche hanno dovuto prendere in considerazione le nuove norme di sicurezza, tra cui l’uso di mascherine, del disinfettante, la misurazione della temperatura e il distanziamento sociale. Tutto questo per poter garantire le lezioni in presenza e non dover ricorrere nuovamente alla didattica a distanza, poiché il contatto umano è fondamentale nell’insegnamento.
La situazione che hanno vissuto gli alunni ha sicuramente portato delle conseguenze, come la difficoltà nel seguire una lezione telematica o la scarsa voglia di partecipazione, oltre alle difficoltà economiche di chi ha avuto problemi nel procurarsi materiale per seguire questa tipologia di lezione; gli insegnanti, ad oggi, devono essere preparati ad affrontare ciò. In questo progetto abbiamo voluto raccogliere diverse testimonianze per poter documentare quello che ha rappresentato il “ritrovarsi” a scuola.
La socializzazione ai tempi del Covid-19
Per poter garantire le lezioni in presenza, alunni e insegnanti si sono trovati a dover fare i conti con le disposizioni sanitarie, come l’uso di mascherine e del disinfettante, la misurazione della temperatura e il rispetto del distanziamento sociale.
Predisporre ambienti adatti e in regola con le nuove normative è ormai diventata la priorità per ogni istituzione scolastica che deve far in modo di non dover “costringere” gli alunni ad una didattica telematica che, oltre a togliere interesse e motivazione allo studio, priva lo studente di quello che è un importante tassello di una corretta azione educativa, la socializzazione.
Ciò che più è mancato in questi mesi è stato proprio il non poter condividere, il non poter confrontarsi con i propri compagni e insegnanti. Perché, nonostante sia stato fatto un buon lavoro con la didattica online, il contatto umano è fondamentale nell’insegnamento, soprattutto per gli alunni che si trovano per la prima volta ad affrontare il mondo della scuola.
Le testimonianze
Di seguito le testimonianze raccolte per documentare quello che ha rappresentato il “ritrovarsi” a scuola.
Testimonianza di una mamma
Traspare la felicità per il ritorno a scuola della figlia, che sta vivendo il rientro positivamente, merito anche dell’ottimo lavoro delle maestre, ma al contempo le sue preoccupazioni.
Testimonianza di Jibril, bambino di 4 anni
Jibril è contento del rientro a scuola perché può tornare a giocare con i suoi compagni e “fare i lavoretti”, e ci confida che gli è mancato molto giocare con i suoi amici.
Testimonianza di una maestra
La maestra Tiziana racconta come l’asilo nido L’Isola di Nicky sta affrontando la situazione di emergenza e gli eventuali cambiamenti che ci sono stati al suo interno.
Video: testimonianza della mamma di Zoe
Video: testimonianza di un’insegnante
Una didattica che, al di là dell’apprendimento, della trasmissione e acquisizione dei saperi e delle discipline, è fondata sulle relazioni umane, sull’empatia, sulla collaborazione.
Il ritorno a scuola raccontato da una maestra
E’ cambiato il modo di insegnare dopo il lockdown? Se si, in cosa?
Il modo di insegnare, a mio avviso, non è cambiato nei principi e nei metodi; è mutato l’atteggiamento interiore di affrontare questo nuovo anno scolastico, da parte sia degli insegnanti che degli alunni, in modo particolare della fascia più piccola di età.
Come pensi si debbano comportare gli insegnanti in questo periodo?
Dal mio punto di vista è molto importante che gli insegnanti affrontano i temi che riguardano tutto ciò che abbiamo vissuto legato all’emergenza sanitaria Covid, ancora in atto, perché i bambini hanno bisogno di una guida che possa aiutarli a dare un nome alle diverse emozioni che si sono avvicendate negli ultimi mesi e a leggere insieme gli accadimenti interiori.
Quanto è importante la didattica in presenza in questo periodo?
Secondo me, la didattica in presenza ha valenza ed importanza, in tempi di normalità.
Una didattica che è fondata anche sulle relazioni umane, sull’empatia, sulla collaborazione, sui lavori di gruppo. In questo periodo di emergenza ritengo che sia assolutamente da considerare una didattica multimediale. Il diritto alla difesa della salute di ognuno di noi, ha la priorità assoluta.
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E’ cambiato il modo di insegnare dopo il lockdown? Se si, specificare in cosa è cambiato, con esempi pratici.
Il modo di insegnare al rientro dopo il delicato periodo di lockdown, a mio avviso, non è cambiato nei principi e nei metodi didattico – pedagogici; inevitabilmente è mutato l’atteggiamento interiore di affrontare questo nuovo anno scolastico, da parte sia degli insegnanti che degli alunni, in modo particolare della fascia più piccola di età, quella dei bambini in età prescolare e della scuola primaria.
Come pensi si debbano comportare gli insegnanti in questo periodo?
Dal mio punto di vista è molto importante che gli insegnanti affrontano i temi che riguardano tutto ciò che abbiamo vissuto legato all’emergenza sanitaria Covid, purtroppo ancora in atto, perché i bambini hanno bisogno di riprenderli con una mediazione adulta, cioè con una guida che possa aiutarli a dare un nome alle diverse emozioni che si sono avvicendate negli ultimi mesi e a leggere insieme gli accadimenti interiori.
Da qui il ruolo importantissimo del docente che, da educatore in primis, con la collaborazione dei genitori degli studenti, deve accompagnare fianco a fianco nella crescita culturale e umana, i bambini e i ragazzi, per uno sviluppo psicofisico più sano e pronto per le nuove sfide che il futuro offrirà loro.
Quanto è importante la didattica in presenza in un periodo di emergenza come quello che stiamo vivendo?
Secondo me, la didattica in presenza ha valenza ed importanza, in tempi di normalità, in cui la vita scolastica viene vissuta all’insegna del contatto umano, dei ritmi, dei gesti, delle parole, degli sguardi, degli odori, e di tutto ciò che concerne l’insegnamento.
Una didattica che, al di là dell’apprendimento, della trasmissione e acquisizione dei saperi e delle discipline, è fondata sulle relazioni umane, sull’empatia, sulla collaborazione, sui lavori di gruppo.
In questo periodo di grave emergenza sanitaria mondiale ritengo che siano assolutamente da considerare, alternativamente alla scuola in presenza, una didattica multimediale, in cui la distanza fisica venga, almeno per il momento che stiamo vivendo, sopperita dai mezzi comunicativi interattivi digitali, che mai come adesso acquisiscono una funzione di fondamentale importanza per il diritto all’istruzione e alla cultura.
Ma il diritto alla difesa della salute di ognuno di noi, ha la priorità assoluta, su tutti i piani della sfera sociale e umana.
Sicuramente c’è stato un mutamento nel modo di vivere la scuola. Nei diversi gradi dell’istruzione scolastica ci sono stati ostacoli da dover superare e in cui è stato necessario sviluppare le capacità di resilienza e adattamento.
Conclusioni
I bambini sono i primi ad aver stupito nel sapersi adattare a tutti i nuovi cambiamenti, dal più semplice meccanismo di igienizzare le mani al più complesso processo di indossare la mascherina. I più piccoli hanno dimostrato col tempo di saper leggere un sorriso dietro una mascherina e comprendere il linguaggio degli occhi.
I genitori hanno dovuto riorganizzare gli impegni lavorativi in base al nuovo orario scolastico; hanno dovuto rinunciare a momenti importanti di confronto con gli insegnanti e gli educatori dei loro figli ed, infine, hanno perso spazi importanti di divulgazione di informazioni in presenza, come le riunioni di inizio anno.
Insegnati ed educatori hanno riorganizzato il loro modo di lavorare e di gestire il materiale scolastico; hanno imparato i nuovi protocolli e li hanno messi in atto cercando di trasmettere agli alunni l’importanza del rispetto delle nuove regole, e, allo stesso tempo, hanno cercato di far vivere ai bambini un ritorno alla normalità.
Riflessioni finali
Sicuramente l’esperienza vissuta del lockdown ha portato le persone a rendersi conto maggiormente dell’importanza della propria libertà e quotidianità.
Il sentimento che incombe, dopo la gioia di essere ritornati alla propria vita, è la paura dell’incertezza del futuro e la paura di dover affrontare nuove restrizioni a causa dell’aumento dei contagi.
Paura che può bloccare gli insegnanti e gli educatori nel progettare a lungo termine attività e proposte educative ma che, nonostante tutto, è mitigata dall’esperienza passata, in cui si sono dimostrati in grado di reinventarsi per il benessere dei propri bambini e studenti.
Interviste
Mamma
Insegnanti
Bambino
Sintesi e numeri del nostro progetto
Nel nostro progetto “Ritrovarsi” abbiamo voluto inserire delle testimonianze di chi ha vissuto questa esperienza del ritorno a scuola più direttamente; abbiamo raccolto quattro interviste che sono state rivolte a due insegnanti, una mamma e un bambino.
Risorse e approfondimenti
Riferimenti bibliografici, risorse in rete e crediti fotografici.
Risorse Bibliografiche e Web
Chistolini S., Il ritorno a scuola, tra emozione dell’inizio e incertezza del contesto, in “Il Faro”, Istituto della Enciclopedia Italiana, 28 ottobre 2020 // link
Chistolini S., Scuola con il “vademecum” senza “lockdown”. Corsie preferenziali per l’accesso sicuro e l’insegnamento garantito, 29 ottobre 2020 // link
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Team di progetto
Autrici del Quaderno di Pedagogia Generale
Digito Dunque Sono // 009
Studentesse del Corso di Laurea in Scienze della Formazione Primaria, Università degli Studi Roma Tre
Il team ha partecipato al progetto secondo le proprie competenze e abilità, ponendosi come obiettivo l’analisi e l’approfondimento della tematica affrontata attraverso le testimonianze dirette.
Arianna Nievas
Educatrice Infanzia Laureata in Scienze dell’Educazione.
Miriana Natella
Studentessa in Scienze della Formazione Primaria
Diplomata Istituto Tecnico per il Turismo
Irene Nucera
Fiorista, Studentessa in Scienze della Formazione Primaria
Laureata in Discipline delle arti, musica e spettacolo
Elena Palmacci
Studentessa in Scienze della Formazione Primaria
Diplomata Liceo indirizzo Scienze Umane