Bambini, Genitori, Educatori
Il significato di Lockdown e Post-lockdown
Il progetto esplora i concetti di Lockdown e Post-lockdown partendo dal loro significato e attraverso l’utilizzo di testimonianze e punti di vista differenti cercheremo di ricostruire ciò che questo periodo storico ha comportato nel campo educativo.
La presenza ostile del nemico invisibile.
Da un anno a questa parte il mondo intero si è scontrato con ciò che viene spesso definito come “nemico invisibile”, un virus che con prepotenza è entrato a far parte delle nostre vite stravolgendo completamente l’andamento e modificando aspetti che fino a pochi mesi fa identificavano la vita quotidiana e le abitudini di grandi e piccini.
Gestualità, routine, calore umano, le nostre giornate hanno preso un’altra piega vedendosi costrette alla privazione di azioni e consuetudini che precedentemente sembravano essersi impadronite dell’attività giornaliera comune.
Elementi caratteristici della nostra cultura e stili di vita sedimentati vengono meno, registrando una mutazione dei rapporti sociali e una dissoluzione rispetto alle relazioni interpersonali dirette.
BAMBINO DI 5 ANNI
Il coronavirus non è proprio un essere vivente, non si sa. E’ un virus contagioso, in TV si vede tutto nero con gli spigoli rossi.
Novità lessicali
Terminologie e vocaboli mai sentiti prima sono ora distintivi ed essenziali
Questa situazione e la realtà a cui ci eravamo abituati, che giorno dopo giorno sembrano sgretolarsi davanti ai nostri occhi increduli, hanno apportato uno sconvolgimento ed un’alterazione ad ampio raggio, che ha coinvolto anche il lessico. Terminologie e vocaboli mai sentiti prima sono ora distintivi ed essenziali per la comprensione profonda ed il significato effettivo di ciò che stavamo affrontando.
In primis entra a gamba tesa il termine Covid-19 che riecheggia ovunque: televisione, testate giornalistiche, parenti, amici, vicini di casa o di fila al supermercato; ormai è in ogni dove e provoca panico e timore a chiunque senta parlarne.
Covid-19 è un termine che seppur identifichi un nome specifico, determinato e circoscritto, rappresenta, a seconda della sfera in cui è preso in causa, un valore ed un’interpretazione differente del medesimo soggetto.
Scienziati ed esperti attribuiscono al vocabolo una dicitura scientifica e rigorosa, conferendogli la definizione di “malattia altamente infettiva” spiegandone sillaba per sillaba, ogni elemento che lo contraddistingue: CO sta per Corona, VI sta per Virus, infine D sta per disease (malattia in inglese). Il numero 19 invece si riferisce all’anno di scoperta dal virus, risalente appunto alla fine dell’anno 2019.
Se da una parte si apre una visione così concreta e priva di incertezza ed esitazione, dall’altra invece se ne cela una molto più creativa ed immaginosa, ricca di fantasia mista ad interpretazione visivo-uditiva di chi molto più ingenuamente cerca di dare un volto a ciò che non conosce. I più piccoli infatti descrivono il coronavirus come un mostro cattivo da sconfiggere, dalla forma sferica, con tanti tentacoli e una coroncina d’oro che gli cinge il capo.
Proprio a causa di questa “entità maligna” sono state utilizzate altre due locuzioni specifiche in questo ambito: Lockdown e Post lockdown. Ma cosa significano questi termini con esattezza?
Il significato delle parole
Attraverso l’utilizzo incrociato di definizioni e punti di vista cercheremo di dare colore all’ accezione più emblematica ed eloquente di tre parole distintive. Al primo posto Lockdown.
Enciclopedia Treccani
Termine americano composto da due parole: “lock” che vuol dire “chiusura” e “down” che vuol dire “giù”, che vanno a formare un unico lemma che equivale letteralmente ad isolamento, chiusura, detenzione, confinamento, stato di blocco.
Cambridge Dictionary
Una classe simbolica e virtuale composta da interfacce e contiguità esclusivamente di ordine telematico.
Una nuova realtà.
Questo è un periodo storico ricco di domande come:
La conoscenza della pandemia, o meglio, lo sperimentare degli eventi cosa ha determinato nella vita di ognuno? Cosa ha tolto? Cosa ha portato? Che emozioni, stati d’animo e sensazioni ha provocato? Ma soprattutto cosa ha comportato nei confronti dei più piccoli e come si è dovuti intervenire dal punto di vista educativo e familiare?
Con l’avvento di questo nuovo contesto, sono state prese delle decisioni e delle misure atte alla prosecuzione di un percorso formativo intrapreso all’inizio dell’anno scolastico, onde evitare l’abbandono di un cammino essenziale per la crescita umana e intellettuale del singolo.
Attraverso l’utilizzo di dispositivi elettronici e programmi come supporti alle lezioni quotidiane, anche i più piccoli, dall’infanzia alla scuola primaria, si sono dovuti abituare ad una modalità differente di scambio e apprendimento.
La classe fisica che prima era costituita da banchi, strumenti e lavagne, ora si è trasformata in una classe simbolica e virtuale composta da interfacce e contiguità esclusivamente di ordine telematico.
Effetti traversali del Lockdown
La vita sedentaria e le giornate all’insegna della staticità che hanno caratterizzato questi mesi, hanno avuto un risvolto contrastante che rimane a metà strada tra danno e beneficio.
Visione ottimistica
Piacere nella riscoperta del rimanere a casa con la propria famiglia, lasciandosi alle spalle la vita scadenzata, frenetica, ansiosa e iper-produttiva del “Pre- lockdown”.
Visione pessimistica
Stato d’incertezza e reclusione forzata hanno provocato frustrazione, nostalgia di realtà passate e angoscia per l’avvenire, e importanti disturbi a livello emotivo e mentale.
Tre punti di vista
Le reazioni dei bambini sono molteplici ma è possibile individuare dei punti comuni. La mancanza dei compagni, delle maestre, del contatto fisico e del gioco, sono elementi essenziali di cui questi ultimi si sentono privati, nonostante il loro spirito di adattamento rimanga sempre una prerogativa che li contraddistingue quasi nella totalità.
D’altro canto un ruolo arduo spetta anche alle famiglie e allo staff educativo. Da una parte i genitori sono quasi costretti ad un controllo attivo e costante dei figli, sia durante le attività scolastiche che per quanto riguarda l’utilizzo dei dispositivi serviti per la comunicazione via internet.
Dall’altra gli insegnanti, i quali per svolgere la loro missione educativa devono, per forza di cose, scontrarsi con approcci didattico-inclusivi adeguati alla nuova modalità di diffusione contenutistica.
Gli educatori infatti per favorire un apprendimento congeniale al nuovo contesto, hanno dovuto tener conto della durata riguardante la soglia di attenzione media dei destinatari, i ritmi di assimilazione, la difficoltà di concentrazione e la soglia di distrazione molto alta, per non parlare dei problemi tecnici gli impulsi creativo-conoscitivi da trasmettere nonostante lo schermo facesse da divisorio.
Genitori e famiglie
La gestione della giornata non è più scandita da precisi orari e contesti differenti: tutto si svolge all’interno delle quattro mura, rimodulate in modo tale da ricreare l’ambiente di apprendimento percepito ormai dal bambino come intimo e familiare.
In questo processo sono stati direttamente coinvolti i genitori diventati parte attiva della creazione di tale ambiente: insieme ai figli hanno dovuto allestire lo spazio dedicato all’attività nel modo più gradevole e funzionale. È così sorta l’opportunità di vivere la scuola, anche se mediata dalla tecnologia e di svolgere una delle mansioni più importanti delle educatrici: l’osservazione dei comportamenti, trovandosi nella condizione di dare feedback indicativi per proporre attività interattive e ludiche.
Questa esperienza ha contribuito a determinare nei genitori una nuova visione dei propri figli, acquisendo una maggiore consapevolezza delle loro risorse e forza interiore capace di farli agire con grande responsabilità e rispetto delle regole.
Per fare comunità
Staff educativo
Per le maestre e i maestri il Lockdown ha significato sicuramente un mettersi totalmente in gioco dal momento che la scuola ha assunto una nuova dimensione, ovvero quella digitale, che ha inevitabilmente portato a dei cambiamenti nell’ambiente di apprendimento e nella modalità di comunicazione.
Anche se la comunicazione si è svolta senza un contatto fisico ma attraverso lo schermo, comunque si è lavorato, adattandosi alle circostanze ed accettando nuove sfide, per fare comunità; ciò vuol dire mantenere il senso di appartenenza ad un gruppo, condividere nuove regole di convivenza e responsabilità sociali (uso dei dispositivi di protezione individuale, lavaggio delle mani, distanziamento sociale dell’educatore…) che hanno avvicinato tutti nel sentirsi cittadini del mondo.
Testimonianza dell’educatrice d’infanzia Luisa Pane
“È stato un periodo molto delicato; all’inizio ero disorientata perché era la prima volta che utilizzavo il computer come mediatore di relazione con i bambini. Ho dovuto riorganizzare i tempi e la tipologia di attività da proporre per andare incontro non solo ai loro interessi e alle loro curiosità ma anche alle loro capacità di attenzione e concentrazione che a casa, nuovo ambiente di apprendimento, risultano ovviamente più ridotte.
Se da una parte è stata un’esperienza drammatica perché il tutto si è verificato in modo repentino ed inaspettato, dall’altra mi ha arricchito perché ho sperimentato il digitale che mi ha permesso sia di stare vicina ai bambini, di condividere con loro esperienze e sensazioni e di poter così proseguire il nostro percorso di crescita sia di confrontarmi costantemente con le mie colleghe per la pianificazione del progetto educativo.
Il Post lockdown ha rappresentato la ripresa del lavoro con tante direttive da seguire che, inevitabilmente, hanno condizionato il mio lavoro. Per garantire il distanziamento non posso più andare a salutare o accarezzare i bambini di altre classi, perché sono state create delle “bolle” ed ogni educatrice deve stare solo all’interno della propria; si sono introdotte nuove routine: triage all’ingresso, sanificazione mani, sanificazione bagni, giochi e materiali, uso delle borracce personali per ogni bambino, uso della mascherina per lo staff educativo e tante altre.
È cambiata la scuola, anche in modo positivo, è diventata ancor di più una scuola all’aperto, si pratica l’Outdoor Education, quindi si vive principalmente all’esterno organizzato in angoli di interesse e di laboratori che danno la possibilità ai bambini di sperimentare e sperimentarsi con e nella natura attraverso l’ausilio di diversi strumenti e materiali.
La cosa più importante è l’aver ripreso a vivere la quotidianità che permette a noi educatrici di osservare i bambini nel loro percorso di crescita emotiva, relazionale e cognitiva. Grazie al loro spirito di adattamento e di gioia nel ritrovare e riabbracciare i compagni ho saputo anche io adeguarmi a tutti questi cambiamenti e vivere la scuola con relativa serenità.”
BAMBINA DI 5 ANNI
Il coronavirus sono palline piccole con tutti tentacoli e fanno male alle persone. Quando andate fuori dovete sempre mettere la mascherina per non sentirsi male e si può trasmettere con la saliva.
Momenti di difficoltà
Momenti felici
Livello emotivo
Livello fisico
Nonostante le tante regole da tenere a mente i bambini si sono dimostrati entusiasti nell’incontrare le maestre e i compagni, e per il ritorno a scuola nella sua interezza.
Il rientro a scuola: Post-lockdown
Il rientro a scuola è stato un evento non indifferente, che ha marcato un nuovo percorso, non estraneo ed indipendente da ciò che aveva rappresentato il passato. I bambini e gli insegnanti sono comunque inseriti in un contesto discrepante in cui ci sono regole da rispettare e comportamenti consoni da mantenere.
Gli ingressi sono contingentati, i percorsi differenziati, prima di entrare bisogna cambiarsi le scarpe o passare sul tappeto “acchiappavirus”, igienizzarsi le mani molto spesso e mantenere il distanziamento gli uni con gli altri. Non è possibile uscire tutti i giorni in giardino per giocare con gli “amichetti” e lo spirito di condivisione viene meno perché ognuno deve avere il proprio astuccio con i colori, non sono concessi scambi e non è possibile togliersi la mascherina. Nonostante le tante regole da tenere a mente i bambini si sono dimostrati entusiasti nell’incontrare le maestre e i compagni, e per il ritorno a scuola nella sua interezza.
Ma quali problematiche e carenze ha provocato la pandemia nella fascia infantile? Studi scientifico-statistici attestano problematiche comportamentali e sintomi di regressione del 65% nella fascia dai 0-6 anni. Atteggiamenti in parte superati con la crescita, come l’attaccamento alla madre e il rifiuto di mangiare alcuni alimenti si ripresentano rinnovati. Anche la fascia appartenente alla scuola primaria descrive un calo del 71% di abilità e competenze raggiunte precedentemente, per esempio nella lettura o nel dettato.
Inoltre, da quanto emerge circa un’indagine sull’impatto psicologico e comportamentale del Lockdown nei bambini e negli adolescenti in Italia, condotta dall’ospedale pediatrico Gaslini di Genova, tra i disturbi più frequentemente evidenziati vi sono: l’aumento dell’irritabilità, disturbi del sonno e disturbi d’ansia che causano sintomi come la sensazione di mancanza d’aria: una specie di “jet lag domestico”.
Studentesse
Incontri
Settimane
Testimonianze
Tiriamo le somme
Il gruppo Fantasia composto da 5 studentesse ha sviluppato in 3 settimane di lavoro il progetto laboratoriale attraverso 5 incontri online e vari confronti in chat. L’elaborato finale è stato possibile anche grazie a 3 testimonianze raccolte.
Risorse e approfondimenti
Riferimenti bibliografici, risorse in rete e crediti fotografici.
Risorse Bibliografiche e Web
I preziosi contributi da cui abbiamo acquisito nuove conoscenze utili alla formazione di un nostro punto di vista.
RISORSE ARCHIVISTICHE E BIBLIOGRAFICHE
Il Fatto Quotidiano
Chistolini S., La corona di Virus. Il coronavirus raccontato dai bambini della Scuola dell’Infanzia, Lecce, Youcanprint, 2020
Chistolini S., Le avventure del virus COVID-19. Il campione del mondo e la solidarietà dei bambini, Lecce, Youcanprint, 2020
Chistolini S., Scuola con il “vademecum” senza “lockdown”. Corsie preferenziali per l’accesso sicuro e l’insegnamento garantito, 14 settembre 2020
Chistolini S., Il Coronavirus visto dai bambini della scuola dell’infanzia all’aperto. Il nuovo stile di vita per esorcizzare la paura, in TELLUS folio, 17 marzo 2020
Chistolini S., Il ritorno a scuola, tra emozione dell’inizio e incertezza del contesto, in “Il Faro”, Istituto della Enciclopedia Italiana, 13 settembre 2020
Chistolini S., Il Signor COVID-19 e il Signor PUFIC-20. Tra bene e male vince il bene e si trasporta il male, Lecce, Youcanprint, 2020
Chistolini S., La formazione universitaria in Pedagogia secondo la metodologia dell’interazione umana intesa alla definizione della conoscenza condivisa, in “Rassegna CNOS”, anno 31, n. 3, 2015, pp. 69-81, reperibile online
RISORSE E APPROFONDIMENTI IN RETE
Chistolini S., Primo giorno di scuola post pandemia da Covid-19 // link
Definizione“scientifica”Covid-19 // link
Definizione Lockdown // link
Testimonianze di bambini della scuola primaria riguardo il periodo di Lockdown // link
Problemi sociali dei bambini durante il Covid-19 // link
Dati statistici Post Lockdown // link
CONDIVIDI
Team di progetto
Autrici del Quaderno di Pedagogia Generale // Digito Dunque Sono // 008 // Studentesse di Scienze della Formazione Primaria, Università degli Studi Roma Tre
Alessia Paolucci
Studentessa 1° anno SFP, Roma 3. Diplomata liceo musicale
Luisa Pane
Educatrice professionale, laureata in SDE, studentessa 3 anno SFP, Roma3
Maria Panzera
Studentessa 1* anno di SFP, Roma 3. Diplomata liceo scienze umane
Sara Panarella
Studentessa 1° anno SFP, Roma 3. Diplomata liceo scienze umane
Silvia Palmese
Studentessa 1° anno SFP, Roma 3. Diplomata liceo linguistico